Stampa
Categoria: Scoprire la Valle
Visite: 2143

Dal ristretto delle visite (1621/1744):

Sebbene Novaretto sia una semplice borgata di Celle e non faccia parrocchia distinta da quella di Cella fa però figura, in qualche modo, di parrocchia e di terra separata.

In questa borgata, sulla strada pubblica eravi anticamente una Cappella sotto il titolo dei Santi Rocco e Sebastiano, distante dalla Parrocchiale di Cella due miglia di salita.

Belletto, 16 settembre 1621, ordinò: «essendo il luogo di Novaretto lontano dalla Parrocchiale di Celle ed essendo per gli abitanti difficile raggiungerla, non possono ricevere i Sacramenti, partecipare alle Sante Messe, fare i Funerali e ricevere il Battesimo, quindi per mio mandato si deve allargare la Cappella e nel terreno vicino costruire il Cimitero in modo che possano seppellire i cadaveri». La Cappella fu subito ampliata e riedificata colle collette dei borghigiani e col sussidio di fiorini 700 dati dal Cardinale Maurizio.
La Cappella fu anche fornita di una buona rendita, come dice Henriello, il quale soggiunge: «due massari eletti per la cura della Cappella e beni nel territorio e il mantenimento di un Cappellano che deve risiedere nella borgata e stipendiato con libre 165 con abitazione, utensili, legna e colletta di grano e vino per ogni anno e deve applicare una Messa nei giorni festivi».
Sebbene in questa Cappella colla suddetta autorità siavi innalzato il fonte battesimale, stabilito il cimitero e vi si conservi il Viatico, però il Priore di Cella per conservarsi la sua superiorità permette tenersi in quel Fonte la sola Acqua Battesimale e nelle occasioni porta egli il Crisma e l’Olio dei Catecumeni e viene a presenziarvi di persona, sebbene con varie liti coi borghigiani intorno agli emolumenti.

Le anime di questa borgata e vicinanze nel 1624 ascendevano a 200. Nel 1716 tutto il territorio della Parrocchia di Cella, incluso Novaretto, faceva anime 806.

Belletto, Vignale, Carroccio, Gabuto ed Henriello sono i Visitatori che a nome dell’Abate Commendatario visitavano e tenevano sotto controllo tutte le terre di proprietà dell’Abbazia

Articolo precedentemente pubblicato su Sacra Informa Settembre 2013 (Anno 21 (20) n. 2)